NATO: dopo il meeting tra i ministri della Difesa Stoltenberg riafferma la necessità di continuare con il supporto in favore dell’Ucraina. L’Alleanza è sempre più attenta anche riguardo alle vicende dell’Indo-pacifico

Di Fabrizio Scarinci

BRUXELLES. Malgrado le enormi difficoltà riscontrate sul campo dalle sue truppe, a quasi un anno dall’inizio della cosiddetta “operazione militare speciale” in Ucraina la Russia di Vladimir Putin sembrerebbe ancora intenzionata a portare avanti i suoi propositi e, da ciò che si è avuto modo di osservare nel corso delle ultime settimane, starebbe anche preparando (e, in parte, già conducendo) una nuova robusta azione offensiva.

Nell’ambito di questo scenario sempre più teso, onde scongiurare che il conseguimento degli obiettivi mediante l’uso esclusivo della forza torni ad essere la norma in ambito internazionale risulta, ovviamente, di primaria importanza che i Paesi della NATO continuino a sostenere Kiev, permettendole di reggere l’urto del nuovo attacco di Mosca e, magari, anche di spostare il più possibile a suo favore l’ago della bilancia del conflitto; condizione che in molti ritengono essenziale al fine di ammorbidire il Cremlino ed indurlo ad una “vera” trattativa.

Un’immagine delle bandiere della NATO

Questi ed altri fondamentali propositi sono stati ribaditi oggi dallo stesso Segretario Generale della NATO Jens Stoltenberg durante la conferenza stampa tenutasi in seguito al meeting di Bruxelles tra i ministri della Difesa dei Paesi membri, che, tra le altre cose, avrebbero anche manifestato la volontà di impegnarsi al fine di rafforzare proprie capacità di deterrenza sul “fianco orientale” dell’Alleanza, di migliorare la protezione di alcune tipologie di infrastrutture critiche (con particolare riferimento a quelle sottomarine, che risulterebbero particolarmente esposte ad eventuali azioni di sabotaggio da parte di Mosca), e di incrementare le scorte di munizioni e parti di ricambio in dotazione ai propri strumenti militari (aspetto gravemente sottovalutato nel corso degli ultimi decenni fatti di soprattutto di peacekeeping e azioni anti-terrorismo).

Stando alle parole del Segretario Generale, tutte queste iniziative dovrebbero convergere verso una nuova postura strategica maggiormente efficace (anche grazie al conseguimento di una maggiore spesa militare) nel permettere all’Alleanza di far fronte allo scenario sempre più pericoloso che sembrerebbe profilarsi all’orizzonte, dove, oltre alla minaccia rappresentata da Mosca, vi sarebbero anche il persistere del fenomeno del terrorismo di matrice jihadista e la sfida di lungo termine posta dalla Cina (un passaggio, quest’ultimo, che, tra le altre cose, sembrerebbe testimoniare come la strategia degli USA di coinvolgere i maggiori Paesi dell’Europa Occidentale anche nell’ambito dello scacchiere Indo-pacifico starebbe iniziando a registrare un certo successo).

Il Segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg

Nell’ambito dell’incontro ci si sarebbe, poi, riproposti di trattare con la dovuta attenzione anche le vicende interne di alcuni Paesi particolarmente vulnerabili rispetto ad eventuali azioni destabilizzatrici da parte di Mosca, tra cui Georgia e Moldova (che patiscono la presenza di truppe russe sul proprio territorio), ma anche la Bosnia-Erzegovina, che per l’Italia, fortemente interessata a giocare un ruolo di primo piano nello scacchiere dei Balcani occidentali, riveste un particolare rilievo strategico.

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