Di Antonella Casazza
PALERMO. Un 49 enne extracomunitario originario della Nigeria, considerato esponente dell’organizzazione criminale nigeriana denominata “Black Axe”, è stato arrestato dai finanzieri del Comando provinciale di Palermo all’esito di una serrata attività d’indagine.
L’uomo era già stato condannato a 30 anni di reclusione dalla Corte d’Assise d’Appello di Palermo, nell’ambito di un procedimento penale che aveva coinvolto numerosi esponenti della citata organizzazione per i reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, sequestro di persona e violenza sessuale di gruppo aggravata.
Lo stesso era però stato scarcerato per decorrenza dei termini, in attesa dell’esito del ricorso presentato in Corte di Cassazione.
In ragione di ciò era stato dunque sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, con obbligo di soggiorno nel comune di Palermo, nonché assoggettato al divieto di frequentare pregiudicati.
Tale divieto era però rimasto inosservato giacché i “Baschi Verdi” del locale Gruppo Pronto Impiego, nel corso di specifici servizi di osservazione, pedinamento e controllo, si sono accorti di come il nigeriano continuasse a coltivare rapporti con soggetti pregiudicati all’interno di un negozio di generi alimentari e bevande, situato nel quartiere palermitano di Ballarò e da lui stesso gestito.
Nello medesimo esercizio commerciale i finanzieri hanno altresì accertato la presenza di un’attività di spaccio di sostanze stupefacenti (principalmente crack ed hashish), che sarebbe stata condotta dallo stesso gestore.
Nel corso della stessa attività investigativa i militari delle Fiamme Gialle hanno inoltre raccolto informazioni sui propositi dell’uomo di fuggire dal territorio italiano per riparare in Svezia, avviando al riguardo contatti con suoi connazionali già stabilitisi nel Paese scandinavo.
Un proposito più che concreto visto che aveva già individuato una persona (munita questa di passaporto oltre che titolare dello “status di rifugiato”) alla quale rubare l’identità mediante la falsificazione dei documenti, in modo tale da eludere i sempre presenti controlli della Polizia di frontiera.
Sulla base dei diversi e circostanziati elementi investigativi acquisiti dagli investigatori della GDF, il GIP della Procura di Palermo – su richiesta del Pubblico Ministero titolare delle indagini – ha pertanto emesso l’ordinanza di arresto che i militari hanno oggi puntualmente eseguito associando l’uomo alla Casa Circondariale “Pagliarelli”; provvedimento che si è reso necessario in presenza delle innumerevoli violazioni commesse e rilevate durante le indagini che lo hanno riguardato, oltre al più che concreto pericolo di fuga all’estero.
Rimane comunque opportuno precisare che il citato provvedimento cautelare è stato emesso sulla base di prove acquisite in fase di indagine preliminare, per tale motivo – in attesa di giudizio definitivo – sussiste la presunzione di innocenza sino ad eventuale sentenza di condanna.
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