Guardia di Finanza: a Trento sgominati quattro gruppi criminali attivi nel traffico di sostanze stupefacenti in territorio trentino. Eseguite 46 misure cautelari e sequestrati beni per 22 milioni di euro

Di Gianluca Filippi

TRENTO. Sono quarantasei le misure cautelari personali (di cui trentacinque in carcere e undici obblighi di dimora), eseguite questa mattina dai Finanzieri del Comando Provinciale di Trento che nell’operazione sono stati coadiuvati dai colleghi del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (SCICO), da quelli dei Reparti territorialmente competenti, oltre che dalle unità AT-PI (i c.d. “baschi verdi”) e dalle unità cinofile del Corpo.

Un’operazione a largo raggio condotta nelle province di Trento, Bolzano, Milano, Padova e Brescia, che ha anche richiesto il supporto di un elicottero della Sezione Aerea Guardia di Finanza di Bolzano, nonché degli agenti della Polizia di Stato appartenenti alla Questura bolzanina.

Le misure cautelari, disposte dal G.I.P. del Tribunale di Trento su richiesta della locale Procura Distrettuale della Repubblica, giungono all’esito di un’articolata e complessa attività d’indagine, avviata nel corso del 2021 dalle fiamme gialle in co-delega con il personale della Questura di Bolzano.

Un posto di controllo stradale della Guardia di Finanza di Trento

I soggetti coinvolti nell’indagine, prevalentemente di nazionalità albanese oltre che tunisina irachena, inglese e francese, sono – a vario titolo – ritenuti di essere i membri di diversi gruppi criminali dediti al traffico di cocaina, hashish, marjuana, eroina e crack, stupefacenti provenienti dall’Albania e dal Belgio che poi andavano a essere smerciati sulle piazze clandestine del Trentino Alto Adige.

Le attività d’investigazione, specificamente condotte dagli specialisti del Nucleo Polizia Economico Finanziaria (PEF) di Trento sotto la guida della locale Direzione Distrettuale Antimafia, traggono origine dall’arresto di un trafficante albanese avvenuto nel 2021.

Un’attività di Polizia Giudiziaria come tante, ma che in questo frangente aveva rivelato agli investigatori delle Fiamme Gialle l’esistenza di un gruppo criminale, a maggioranza di soggetti albanesi, nel quale l’arrestato era risultato inserito.

Sono state le successive indagini a rivelare come quel gruppo di trafficanti operasse i propri traffici attraverso corrieri che attraversavano la cosiddetta “rotta balcanica” per far giungere la droga dall’Albania fin dentro il territorio trentino, peraltro in combutta con altre tre consorterie criminali attive in loco oltre che nella provincia di Bolzano.

Una parte della droga e dei soldi sequestrati 

Gli investigatori hanno, inoltre, rivolto una particolare attenzione a un gruppo di sedici soggetti (quasi tutti d’origine albanese) che acquistava carichi di stupefacenti da fornitori con basi in nord Europa, che giungevano in Italia dal Brennero mediante l’impiego di almeno due autovetture per ogni “trasporto”.

Ovviamente si trattava di viaggi molto ben organizzati nei quali l’auto “balena” (quella su cui era occultato il carico di droga) era dotata di ingegnosi doppifondi che potevano contenere fino a trenta chili di droga, mentre una seconda vettura fungeva da “staffetta” sia per avvisare della presenza di eventuali posti di controllo, sia per prendere in consegna la “roba” che poi veniva smistata ai pusher presenti a Trento, oltre che nelle vicine cittadine di Mori e Rovereto.

Non meno attivi erano poi gli altri due gruppi criminali composti rispettivamente da soggetti di etnia tunisina e albanese, la prima delle quali attiva nello spaccio del crack mentre la seconda operava prevalentemente nel capoluogo alto atesino.

Particolarmente efficaci per il buon esito delle indagini si sono rivelate le intercettazioni telefoniche e ambientali, grazie alle quali è stato possibile svelare i vincoli di parentela che accomunavano gli indagati e anche la loro fitta rete di fiancheggiatori tra pusher e referenti territoriali, come anche i sistemi di comunicazione criptati dei quali si avvalevano nonché di locali e appartamenti in cui sono stati rinvenuti presse, bilancini e materiale per il confezionamento delle dosi di droga, che con ogni probabilità tornavano utili anche per lo stoccaggio temporaneo degli stupefacenti.

Controllo antidroga dei Finanzieri

Nel corso delle investigazioni non sono comunque mancati numerosi interventi che la Guardia di Finanza ha condotto anche con le proprie Unità cinofile, le quali hanno consentito di trarre in arresto quindici soggetti, nonché di sequestrare significativi quantitativi di droghe tra hashish, marjuana e cocaina, a cui si aggiunge denaro contante per oltre 220 mila euro.

Per gli stessi investigatori i quantitativi di droga movimentati dai gruppi sgominati dagli arresti di oggi avrebbero consentito introiti stimabili in circa ventidue milioni di euro, il che rende a sufficienza l’idea del livello raggiunto sul locale mercato della droga.

Un livello economicamente rilevante dunque, per il quale la competente Autorità Giudiziaria ha intanto disposto un sequestro preventivo – per equivalente – finalizzato alla successiva confisca, nel quale rientrano saldi attivi presenti su diversi conti correnti, ventotto beni immobili e due attività commerciali site a Bolzano e Trento.

A margine della vicenda va comunque rimarcata la presunzione d’innocenza costituzionalmente garantita agli indagati, la quale non potrà decadere se non in presenza di una sentenza definitiva di condanna che ne dichiari le rispettive responsabilità penali.

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