Guardia di Finanza: a Viterbo confiscati beni per 8 milioni di euro nei confronti di un noto imprenditore già condannato per evasione fiscale

Di Antonella Casazza

VITERBO. Su provvedimento della Corte Suprema di Cassazione, i finanzieri del Comando provinciale di Viterbo hanno dato definitiva attuazione ad una confisca da oltre 8 milioni di euro che colpisce un noto imprenditore della zona attivo nel commercio di autoveicoli d’importazione.

Le indagini della Guardia di Finanza di Viterbo

Tra i beni confiscati dalle Fiamme Gialle rientrano numerosi immobili ed autovetture, oltre ad un’imbarcazione del valore di circa 400 mila euro e quote di società operanti in svariati settori, il tutto riconducibile al medesimo soggetto anche se fittiziamente intestato a diverse e distinte società di capitali.

La vicenda trae origine da una complessa operazione di Polizia giudiziaria e tributaria – avviata nel 2017 in collaborazione con la Polizia Stradale di Viterbo e coordinata dalla locale Procura della Repubblica – nel corso della quale l’imprenditore in questione era stato denunciato nonché tratto in arresto (unitamente ad altre 5 persone) per aver organizzato un sodalizio criminoso specializzato nell’importazione e nella commercializzazione di beni in evasione d’imposta.

Il sistema fraudolento in questione era basato sull’emissione e sull’utilizzo di fatture per operazioni commerciali inesistenti, la falsificazione di documenti amministrativi e l’impiego di false dichiarazioni sostitutive di atto notorio, con le quali i responsabili avevano così potuto omettere il versamento dell’IVA per 5 milioni e 400 mila euro, nonché di IRES per un altro milione e 500 mila euro.

Il “risparmio” fiscale così ottenuto veniva successivamente ed essere investito collocando automezzi sul mercato a prezzi estremamente vantaggiosi, tutto ciò a chiaro discapito delle imprese concorrenti che operavano nel rispetto delle regole (oltre che danneggiando gli equilibri del relativo mercato).

L’odierna confisca peraltro succede ad un ricorso presentato dallo stesso imprenditore, che la competente Autorità Giudiziaria ha però rigettato dichiarandolo come “soggetto fiscalmente e socialmente pericoloso”.

I beni confiscati, già affidati ad un amministratore giudiziario al fine di consentire la regolare prosecuzione delle attività commerciali senza pregiudicare l’occupazione del personale dipendente, vengono da questo momento in poi destinati all’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC).

La stessa Agenzia governativa avrà, dunque, il compito di gestire i suddetti beni e disponibilità finanziarie d’illecita provenienza, con il precipuo fine di ristorare la collettività per il danno precedentemente subìto.

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