Repubblica Centrafricana, la missione MINUSCA dell’ONU denunce le numerose violenze

Di Valeria Fraquelli

Bangui. In Repubblica Centrafricana si sono registrati numerosi gravissimi episodi di violenze e violazioni dei diritti umani che hanno causato centinaia di vittime e migliaia di sfollati rimasti senza case, distrutte negli scontri.

Le case di un villaggio distrutte dalla guerra civile

Le Nazioni Unite hanno reso pubblica la drammatica situazione, in cui versa la martoriata nazione africana. In un un comunicato stampa sono state denunciate le numerosissime violazioni degli accordi di pace che erano stati firmati qualche tempo fa.

In particolare, nelle prefetture di Haute-Kotto e di Ouaka le milizie delle due fazioni contrapposte Fronte popolare per la rinascita del Centro Africa (FPRC ) ed Unità per la pace in Centro Africa (UPC) nel periodo compreso tra il 21 novembre del 2016 ed il 21 febbraio 2017 si sarebbero affrontate in vari scontri a fuoco in cui hanno perso la vita centinaia di civili mentre stavano cercando di fuggire dai loro villaggi distrutti. Gli scontri hanno fatto nuovamente precipitare il Paese in una spirale di violenza che dura ancora oggi e che sta coinvolgendo territori sempre più ampi compresa la capitale Bangui.

Il 21 novembre 2016 si sono registrati pesanti scontri tra le due fazioni nella città di Bria, capitale della prefettura della regione Haute-Kotto nel Nord Est del Paese che hanno provocato morti e feriti tra i civili ed hanno messo in serio pericolo anche gli operatori civili e militari della missione di pace delle Nazioni Unite MINUSCA e il personale delle organizzazioni umanitarie impegnate nella zona (http://www.un.org/en/peacekeeping/missions/minusca/)

Nel dicembre dello scorso anno gli scontri hanno riguardato in modo particolare la città di Bakala per poi espandersi molto rapidamente alla vicina cittadina di Bambari e in tutta la prefettura del Basse-Kotto. Le violenze e gli abusi subiti dalla popolazione civile sono stati atroci e centinaia di persone hanno perso la vita oppure sono rimaste gravemente ferite.

I cittadini chiedono la pace

La divisione per i diritti umani della missione MINUSCA ha avviato indagini molto particolareggiate per cercare di individuare i responsabili di violenze ed atrocità. Nel corso delle indagini è emerso, senza ombra di dubbio, che le milizie del Fronte popolare per la rinascita del Centro Africa e dell’Unità per la pace in Centro Africa hanno ucciso almeno 133 persone tra cui molte donne e bambini.

Secondo fonti interne alla missione MINUSCA le vittime delle violenze nella Repubblica Centrafricana sarebbero almeno 293 soprattutto nelle zone rurali del Paese. Le violenze contestate riguardano non solo le vittime innocenti ma anche ferite gravi, rapimenti, stupri, la quasi totale negazione di cure e assistenza medica a coloro che ne avrebbero urgente bisogno, l’appropriazione indebita e la distruzione dei beni e delle proprietà altrui e le restrizioni alla libertà di movimento.

Le Nazioni Unite invitano caldamente le autorità della Repubblica Centrafricana ad avviare indagini serie ed approfondite per scoprire ed assicurare alla giustizia i responsabili dei massacri commessi ai danni di civili e degli operatori della missione MINUSCA, sperando che la guerra civile in corso nel Paese possa finalmente concludersi. Se le autorità centro africane non si impegneranno per fare cessare al più presto la violenza, c’è il rischio concreto che le organizzazioni umanitarie impegnate nell’aiutare la popolazione stremata da lunghi anni di conflitto siano costrette ad abbandonare il Paese, lasciando donne e bambini senza cure.

Quello che preme ai vertici della missione MINUSCA è un rafforzamento del Governo della Repubblica Centrafricana che è ancora troppo debole per riuscire a disarmare le fazioni in guerra e punire come si deve i criminali. Il conflitto è stato scatenato ed alimentato in questi anni proprio dalla fragilità e in molti casi anche dall’assenza del potere statale che impedisce di attuare tutti quei meccanismi che potrebbero assicurare la corretta protezione dei civili, in modo particolare dei bambini.

La Repubblica Centrafricana ha grandi risorse naturali, soprattutto i diamanti, ma lo Stato non è stato capace di sfruttarle al meglio e di creare ricchezza per la popolazione locale; da questo nascono la maggior parte dei problemi che attanagliano l’Africa. Bambini e donne che vengono sfruttati e vessati senza pietà per poco o niente, quando in Occidente diamanti e metalli preziosi sono venduti a prezzi proibitivi; le risorse africane molto spesso arricchiscono solo faccendieri e uomini d’affari senza scrupoli e lasciano solo le briciole sul territorio.

Dialogo politico, disarmo dei gruppi ribelli, rispetto delle leggi internazionali e dei diritti umani e rafforzamento delle istituzioni governative sono le chiavi per rendere la Repubblica Centrafricana uno Stato sicuro per i civili in cui possa essere garantita una adeguata protezione alle fasce deboli della popolazione ed assicurare i colpevoli dei massacri alla giustizia.

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