Terrorismo, la Polizia Locale non può partecipare al contrasto e alle indagini per mancanza di norme e di strumenti adeguati

Di Vincenzo Priolo

Bruxelles. Nel quartiere di Molenbeek, a Bruxelles, un’auto non si è fermata ad un posto di controllo e ha tentato di investire un agente. Questo atto, fa porre la domanda su cosa sia cambiato nel Belgio per quanto riguarda i controlli antiterrorismo e la repressione di cellule jihadiste.

Indagini di Polizia dopo un attentato in Belgio

Gli attacchi sono in linea con quelli di Parigi, sono organizzati per fare più vittime possibili, in maniera piuttosto improvvisata e rozza. Al Qaeda era diversa, da questo punto di vista era più sofisticata e organizzata perché puntava su obbiettivi specifici, anche molto ben protetti, come le ambasciate o consolati. All’ISIS non importano obbiettivi particolarmente importanti, ma sparare nel mucchio, sui civili facilmemte attaccabili e non preparati a questa evenienza.

Sono terroristi diretti dallo Stato islamico? Sono soggetti radicalizzati che non non si sono integrati, sono cresciuti in Europa, nelle nostre città. Potrebbe non esserci molto spesso un legame diretto, ma non è detto. Lo Stato islamico con la sua “geniale propaganda” dà delle indicazioni di massima attraverso i suoi organi mediatici, poi questi gruppi più o meno organizzati si attivano in maniera autonoma, come una sorta di franchising del terrore. La complessità dell’attuare una vera prevenzione sta proprio in questo.

Nel nostro Paese, gli Enti locali come i Comuni cosa potrebbero fare per contrastare il fenomeno jihadista?

L’attività investigativa e repressiva del fenomeno terroristico è senza alcun dubbio compito del Governo centrale ma risulta sempre più chiaro che l’attività di Intelligence può essere sensibilmente agevolata se, a livello locale, vengono create particolari condizioni.
Il sindaco, tra i suoi poteri, sovrintende alla vigilanza su tutto quanto possa interessare la sicurezza e l’ordine pubblico, nonché allo svolgimento delle funzioni affidategli dalla legge in queste ultime materie. Nell’esercizio di queste funzioni il sindaco concorre ad assicurare anche la cooperazione della Polizia Locale con le forze di Polizia statale, al fine di prevenire ed eliminare i pericoli che minacciano l’incolumità dei cittadini.
Considerato che la minaccia rappresentata dal terrorismo è difficilmente individuabile in quanto i fanatici religiosi, sotto mentite spoglie, si integrano e nascondono nel tessuto sociale, si comprende come la Polizia locale possa svolgere un ruolo fondamentale nella prevenzione degli attentati.
Essa è una Polizia di prossimità perché svolge la propria funzione in stretto contatto con i cittadini e ha la possibilità di conoscere profondamente il territorio e il tessuto sociale che li circonda. Questa particolare condizione dà la possibilità di intercettare eventuali movimenti sospetti, che potrebbero sfociare in attentati terroristici.

Un agente della Polizia Locale

Il ruolo della Polizia Locale è molto importante e non andrebbe oltre, considerata la competenza e la preparazione delle Forze dell’Ordine, ma questi operatori possono giocare un ruolo strategico, richiamando l’attenzione dove scorgono un qualche sospetto.
Gli agenti di Polizia Locale, tuttavia soprattutto al Sud Italia, non hanno adeguata formazione e preparazione per simili attività, né sono adeguatamente equipaggiati per fronteggiare situazioni a rischio.

Sarebbe quindi opportuno, anche nel rispetto del principio di sussidiarietà tra Stato e Enti Locali, che i Corpi della Polizia Locale vengano messi nelle condizioni di poter lavorare per garantire vera sicurezza ai cittadini in pericolo, per esempio riconoscendo loro la possibilità di accesso allo SDI, il sistema di indagine delle forze dell’ordine e il data base del Viminale.

Se è auspicabile la massima sinergia tra gli operatori che agiscono nell’ambito della sicurezza, non è concepibile che gli agenti della Polizia Locale che operano migliaia di controlli stradali sul territorio nazionale non siano in grado di sapere se stanno fermando un criminale o un potenziale terrorista.

Se tutti noi a vari livelli facessimo la nostra parte e se la politica si interessasse davvero della sicurezza dei cittadini, il contrasto al fenomeno di matrice jihadista risulterebbe meno complesso e più concreto.
Occorre una classe dirigente meno mediocre su queste tematiche e più aperta.

Autore