Guardia di Finanza: a Padova operazione “Zona Rossa”, sgominato un gruppo di truffatori accusati di aver raggirato 60 operatori economici durante il lockdown facendo sparire merci per 1,4 milioni di euro

Di Marco Lainati

Padova. Il “successo” di una truffa sta spesso nella sua originalità nonché nei modi in cui viene reso credibile un qualcosa che non lo è affatto, ed è proprio su questi elementi che avevano puntato 13 persone (tre delle quali sottoposte ad arresto), individuate dai finanzieri del Comando Provinciale di Padova poiché implicate in ripetute attività truffaldine commesse ai danni di società nazionali e locali operanti nel settore della grande distribuzione nonché in altri segmenti commerciali.

Operazione della Guardia di Finanza a Padova

L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Rovigo ma avviata dalle fiamme gialle patavine già allo scadere del primo lockdown, ha permesso di scoprire un molto ben organizzato gruppo di truffatori i quali, presentandosi come imprenditori a capo di solide aziende più che mai impegnate nella distribuzione e vendita di merci alla popolazione ristretta per settimane nelle proprie abitazioni, sono riusciti a truffare ben 60 operatori economici di 13 diverse regioni italiane.

Il raggiro messo a punto dai responsabili – tra i quali figura un soggetto vicino al clan mafioso dei Mazzei – faceva leva sulla contingenza economica generata dalla pandemia da Covid-19 e si realizzava attraverso l’individuazione di aziende ormai inattive o sull’orlo del fallimento, facendole però risultare in salute mediante l’alterazione dei bilanci nonché intestandone la titolarità ai classici “prestanome”.

Rassicurati da tali credenziali i fornitori spedivano così quanto loro ordinato dalle aziende-fake in questione le quali, anziché piazzarle nei propri punti-vendita di fatto inoperanti, le stoccavano il tempo strettamente necessario per poi trasportarle in altri capannoni siti alla periferia di Brescia prima di rivenderle in canali commerciali paralleli.

Le condizioni di pagamento dovute alla grave emergenza sanitaria gli permettevano oltretutto di ottenere crediti anche ad oltre 90 giorni dalla data di ricezione dei materiali (in questo caso agroalimentari, edili ed anche elettronici), il che ha consentito ai truffatori di piazzare con tutto il tempo necessario le merci intascandone i relativi profitti, e quando le società fornitrici hanno iniziato a pretendere quanto loro dovuto ottenevano in cambio solo assegni scoperti e bonifici bancari inesorabilmente respinti, oppure ulteriori richieste di dilazione creditizia che i truffatori stessi giustificavano agevolmente con la costituzione della “zona rossa” nel vicino comune di Vò (Padova).

Nel momento in cui la pressione dovuta ai molti insoluti si faceva troppo pesante, i truffatori si spostavano rapidamente dalla zona andando ad individuare nuove basi logistiche da utilizzare allo scopo, sempre all’insaputa dei truffati.

Secondo gli investigatori della GDF padovana – in appena 6 mesi di così ingegnose attività criminali – il danno causato dai responsabili alle aziende vittime del raggiro sarebbe superiore al milione e 400 mila euro, circostanza alla quale si unisce l’avvenuta e regolare fatturazione delle merci che – aumentandone conseguenzialmente il volume d’affari – non ha consentito ad alcune di queste la possibilità di poter accedere ai fondi statali previsti per il sostengo alle imprese entrate in recessione a causa della pandemia.

A controbilanciare il pesante danno economico era comunque intervenuto un sequestro che i finanzieri avevano operato a novembre dello scorso anno all’interno di un magazzino del bresciano, dove le fiamme gialle rinvennero beni per un valore di circa 1.200.000 euro e tutti derivanti da attività truffaldine realizzate nel Nord Italia dalla medesima organizzazione.

Da notare come nel corso delle perquisizioni una di queste abbia riguardato un lussuoso appartamento sito nel centro di Milano, che uno degli arrestati aveva preso in locazione ed al quale (benché risultasse nullatenente) i finanzieri hanno sequestrato tre autovetture di lusso nonché elementi d’arredo di grande valore.

 

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