Il Mali abbandona il G5 Sahel e diventa sempre più filorusso

Di Valeria Fraquelli 

Bamako. Il governo del Mali ha deciso di abbandonare il gruppo del G5 Sahel in polemica con gli altri partecipanti.

Il governo di Bamako chiedeva di avere la presidenza del gruppo ma non potendo ottenere il risultato sperato ha accusato gli altri Paesi di essere solo interessati al loro tornaconto personale e di agire in un modo che non permette la sicurezza del Mali, di essere addirittura plagiati da uno Paese terzo. Dopo lunghe polemiche si è arrivati alla decisione di troncare ogni dialogo con gli altri Paesi, di auto infliggersi l’isolamento internazionale in un periodo in cui la sicurezza del Mali è molto precaria e si registrano rapimenti, attentati, terrorismo soprattutto nelle ore notturne.

Certo le ragioni dell’abbandono sono state spiegate molto bene dal governo maliano, ma lasciare il G5 Sahel è considerato da tutti gli Stati una scelta irragionevole che mette a rischio la sicurezza non solo del Mali stesso ma di tutto il Sahel e di tutta l’Africa.

“L’opposizione di alcuni stati membri del G5 alla presidenza del Mali è legata a manovre di uno Stato esterno alla regione che cerca disperatamente di isolare il Mali”, ha affermato infatti in una conferenza stampa il colonnello Abdoulaye Maïga, portavoce del governo ad interim del Paese africano.

Un villaggio del Mali

“Preso atto di questa situazione, il governo della Repubblica del Mali deduce una perdita di autonomia, una strumentalizzazione e un serio malfunzionamento degli organi del G5. Pertanto, il governo del Mali decide di ritirarsi da tutti gli organi del G5 Sahel”, ha concluso Maïga.

Negli ultimi anni sembra il governo di Bamako abbia rafforzato i suoi legami con la Russia, e in questo particolare momento storico con il governo di Mosca che è sempre più isolato a causa della crisi Ucraina questo rischia di aumentare ancora di più il senso di solitudine e l’auto esclusione dalla comunità internazionale del Mali.

Il Mali ospiterebbe sul suo territorio i mercenari russi del gruppo Wagner, segno tangibile della sua vicinanza a Mosca, e di certo questo vuole dire che questo gruppo si addestra e gode del supporto del governo maliano. E così si potrebbe aprire un nuovo fronte di guerra, una guerra che già si sta mostrando devastante per il continente europeo e che potrebbe coinvolgere anche l’Africa portando con sé effetti deleteri sulla sicurezza alimentare, togliendo letteralmente il pane di bocca ai più poveri.

L’abbraccio russo per il Mali rischia di essere fatale e di condannarlo all’instabilità, agli attacchi del terrorismo internazionale, ad essere preda di saccheggi e violenza da parte di signori della guerra senza scrupoli e bande di mercenari senza pietà.

Il segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres

E da qui derivano le preoccupazioni della comunità internazionale, che vorrebbe salvare il Mali dalla situazione della sicurezza sempre più instabile.

“Sono profondamente preoccupato dal deterioramento della situazione in Sahel, così come dall’effetto potenzialmente nefasto che la situazione politica incerta in Mali e Burkina Faso possono avere sul G5 Sahel”, aveva anticipato il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres. Ma sono anni ormai che Bamako sta cercando di allontanarsi da quei Paesi che giudica “una minaccia verso la nostra sovranità”. Con particolare riferimento alla Francia, di cui il Mali era colonia.

Il presidente francese Emmanuel Macron viene percepito dal governo di Bamako come uno sfruttatore che usa l’Africa per i suoi interessi, che esercita una sorta di “colonialismo nascosto” e impedisce al Mali di crescere correttamente. Ma una Russia ancora più presente in territorio africano vorrebbe dire una profonda trasformazione e una rottura di quell’equilibrio geopolitico tanto difficilmente ricercato.

In conclusione alla tormentata storia del Mali si aggiunge un nuovo capitolo, un capitolo che potrebbe rivelarsi rovinoso e pieno di insidie, insidie che riguarderanno l’intero continente africano.

 

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