Terrorismo, riunione a Riad dei ministri della Difesa dei Paesi sunniti. Il risultato finale del summit? Solo parole

Riad. I rappresentanti di 40 Paesi musulmani e dell’Autorità palestinese, tutti sunniti, hanno creato l’Alleanza islamica antiterrorista. Anche il Qatar fa parte di essa, ma non ha partecipato alla riunione.

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Dal giugno scorso, l’Arabia Saudita ed altri tre Paesi arabi hanno applicato un duro boicottaggio contro il Qatar accusandolo di aiutare il terrorismo islamico.

Il Qatar non ha inviato nessun suo rappresentante al summit di Riad, ma ha mandato il ministro dell’Economia a Teheran per stringere sempre più accordi con l’Iran.

Nel primo summit dei ministri della Difesa, tenutosi a Riad, dopo circa due anni, è stato deciso che i vari Stati dovranno cooperare contro l’estremismo.

Nel comunicato finale è stato scritto che “il terrorismo rappresenta una sfida alla sicurezza e alla pace internazionale che supera le frontiere dei Paesi ed ora è più forte di prima”.

I 41 dell’Alleanza hanno deciso di applicare un meccanismo completo per affrontare il terrorismo a tutti i livelli: ideologico, mediatico, finanziario e militare.

Per quanto riguarda la risposta ideologica si intende denunciare “il pensiero estremista per porre fine alla sua espansione ed influenza sugli individui e le società, mostrando i valori di un Islam moderato e la sua capacità” per convivere meglio.

Nelle parole del principe ereditario e ministro della Difesa dell’Arabia saudita, Mohamed bin Salman, la posizione politica: “Affermiamo che perseguiteremo il terrorismo fino a quando non sarà sdradicato completamente”.

Si è trattato, in verità di una riunione più politica che tecnico-operativa. Perchè non si fatto menzione sui vari gruppi terroristici né tantomeno di risposte concrete agli attacchi.

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Neppure di una possibile forza militare di 35 mila militari operanti tutti sotto le bandiere dell’Alleanza.

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