Guardia di Finanza: a Taranto eseguita una confisca da 2,5 milioni di euro nei confronti di un soggetto affiliato alla Sacra Corona Unita

Di Antonella Casazza

TARANTO. I Finanzieri del Comando Provinciale di Taranto hanno dato esecuzione a un provvedimento di confisca, per un valore di circa due milioni e cinquecento mila euro, emesso dalla Corte di Appello di Lecce nei confronti di un soggetto ritenuto “socialmente pericoloso”, poiché condannato – in via definitiva – per i reati di contrabbando di tabacchi lavorati esteri, detenzione illegale di armi clandestine, ricettazione e associazione di tipo mafioso.

Il provvedimento ablatorio, che consente di acquisire al patrimonio dello Stato ricchezze illecitamente conseguite, giunge a seguito di complesse indagini che gli investigatori della Guardia di Finanza tarantina hanno condotto sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Lecce – Direzione Distrettuale Antimafia.

Indagini che nella circostanza hanno riguardato un soggetto il cui ruolo nella cosiddetta “frangia jonica” facente capo alla Sacra Corona Unita è ritenuto di un certo rilievo.

La citata organizzazione di stampo mafioso, come noto, è attiva i molteplici settori criminali come l’usura, le rapine, il contrabbando di tabacchi lavorati esteri ed il traffico di sostanze stupefacenti, e al pari di altre consorterie, si caratterizza per la sua forza intimidatrice, la grande disponibilità finanziaria di cui dispone, nonché per il controllo che riesce ad esercitare sulle attività economiche presenti nei territori in cui è egemone attraverso le “famiglie” che gli sono affiliate.

Militari della Guardia di Finanza tarantina al lavoro

Per gli inquirenti, proprio gli introiti derivanti delle assai remunerative attività delittuose realizzate sono state impiegati dal preposto per l’acquisizione di beni e per la gestione di imprese, queste ultime intestate ai suoi più stretti familiari ed il cui valore è risultato essere di gran lunga superiore rispetto ai redditi ufficialmente dichiarati al Fisco.

In presenza di tale situazione, nonché dei presupposti di natura soggettiva e oggettiva previsti dal “Nuovo Codice Antimafia”, il Tribunale del capoluogo salentino – già a novembre 2020 – aveva accolto la conforme proposta avanzata dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia, emettendo, dunque, nei confronti del medesimo soggetto un provvedimento di sequestro anticipato di beni; provvedimento al quale è seguito quello della confisca divenuto ormai definitivo e dunque in corso di esecuzione.

Tra i beni oggi confiscati dai Finanzieri figurano una villa con piscina a Taranto, un’autovettura, disponibilità finanziarie, nonché i compendi aziendali di due avviate imprese attive nei settori della ristorazione e della vendita di prodotti ittici freschi.

I patrimoni oggetto di confisca saranno ora affidati alla gestione dell’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la Destinazione dei Beni Sequestrati e Confiscati alla Criminalità Organizzata, questo per un loro proficuo utilizzo in favore della collettività che – anche in tal modo – viene ad essere “risarcita” dal danno precedentemente patito.

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