Terrorismo, Paolo Gentiloni: “Via dall’Iraq e prossima missione il Niger”

(Da bordo di Nave Etna). Prossima missione Niger. Lo ha detto il capo del Governo, Paolo Gentiloni, visitando oggi con il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, l’equipaggio di “Nave Etna”, impegnata nella missione EunavforMed-Sophia nel Mediterraneo (http://www.governo.it/media/gentiloni-visita-alla-nave-etna/8715).

Nave Etna in navigazione

“Il terrorismo è andato consolidandosi in questi anni nel Sahel, in Africa – ha detto Gentiloni – ed è questo uno dei motivi per i quali una parte delle forze che sono state dispiegate in Iraq, questa è la proposta che il Governo farà in Parlamento, saranno dispiegate nei prossimi mesi in Niger, con una missione che avrà il ruolo di consolidare quel Paese, contrastare il traffico degli esseri umani e contrastare il terrorismo”.

La Regione del Sahel

L’Italia lotta contro i trafficanti di esseri umani ma non dimentica l’accoglienza, ha aggiunto il capo dell’Esecutivo. Il nostro Paese accoglie, ha sostenuto ed è in “prima linea nello sconfiggere i trafficanti”. E’ un’Italia che lavora per i diritti umani, aprendo, come è accaduto due giorni fa, “per la prima volta un corridoi umanitario per i rifugiati in Libia”.

Il nostro Paese, secondo Gentiloni, ha la capacità “di tenere insieme l’accoglienza e la lotta ai trafficant, e siamo fieri del riconoscimento di essere stato il Paese più pronto e capace di salvare vite umane”.

“Lavoriamo – ha concluso – per sconfiggere lo schiavismo dei tempi moderni. E’ un lavoro con il quale l’Italia ha raggiunto dei risultati straordinari. Abbiamo inferto dei colpi ai trafficanti di esseri umani che forse neanche immaginavamo”.

Ieri, nell’aeroporto militare di Pratica di Mare (Roma) sono arrivati, a bordo di un C130 dell’Aeronautica Militare, 162 migranti, donne e bambini che prima erano stati detenuti in uno dei Centri di detenzione per immigrati irregolari di Tripoli. Si tratta di una prima tranche arrivati nel nostro Paese grazie appunto, come ha detto Gentiiloni, al primo corridoio umanitario ‘legale’, frutto di un lungo lavoro che ha coinvolto l’Italia, il Governo libico, l’ONU e la Conferenza episcopale italiana (CEI).

L’arrivo dei migranti a Pratica di Mare

I migranti sono stati individuati nei mesi scorsi dal personale dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, tra coloro che erano in condizioni di massima fragilità.

Grazie alla CEI sono stati erranno inseriti nel sistema SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati; http://www.sprar.it)  ed accolti in sedici diocesi in tutto il Paese. A tutti è stata concessa la protezione internazionale e tutti verranno inseriti in un percorso di integrazione.

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